Quando scegliamo il cibo da portare in tavola, sempre più spesso si sente dire che dovrebbe essere il più possibile locale e stagionale. Ma vi siete mai chiesti perché?

Oltre a tutta una serie di implicazioni legate all’uso di sostanze chimiche per far crescere prodotti fuori stagione, di forzature nel processo di maturazione e raccolta, di inquinamento per il trasporto, c’è anche una motivazione di carattere energetico: il cibo locale e stagionale, che cresce spontaneamente dove viviamo in un determinato periodo dell’anno, è quello energeticamente più adatto a noi in quel momento.

Come sosteneva George Ohsawa, infatti, l’uomo è inseparabile dalla natura e dall’ambiente in cui vive e il fatto di consumare cibo che cresce spontaneamente in un determinato luogo ci permette di creare un legame con il nostro ambiente e di armonizzarci con esso.

Ma cosa si intende per “ambiente”? Un fattore che ci aiuta a definire il concetto di ambiente è sicuramente la latitudine, perché è da quest’ultima che dipende l’inclinazione del sole e quindi l’intensità della luce che ci colpisce.

Un’altra distinzione interessante è quella tra cibo “indigeno”, ovvero che cresce spontaneamente in un determinato luogo, e cibo locale, che è il frutto di un processo di adattamento. Secondo Micho Kushi, perché un alimento possa essere considerato tale deve essere presente in un determinato luogo da almeno 500, se non 1000, anni.

Parlando poi di yin e yang, questo processo di adattamento non è uguale per tutti gli alimenti: tutto ciò che è yang si adatta più facilmente e più velocemente rispetto a ciò che è yin.

Di conseguenza la frutta e la verdura, ad esempio, essendo più yin rispetto a cereali e legumi, tendono a perdere più difficilmente il loro carattere espansivo e il fatto di mangiare tanto cibo yin in una zona a clima temperato quando il clima si raffredda, anche se è cibo che ormai cresce in quel luogo, potrebbe creare problemi di eliminazione.

Ma allora come orientarci?

  • Sale, alimenti fermentati salati, cereali e legumi, essendo alimenti più yang, ci permettono di spaziare un po’ di più e possiamo sceglierli in modo che provengano da zone con una latitudine simile alla nostra;
  • Frutta e verdure, invece, dovrebbero essere il più possibile indigeni e locali;
  • Anche l’acqua è un alimento molto importante e soprattutto molto delicato e quindi dovrebbe essere il più locale possibile.
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