Dieta paleo: lasciamola agli uomini primitivi!

Dieta Paleo

La dieta paleo è sicuramente una delle diete più in voga. La sento nominare spesso, ultimamente anche più spesso di quella del gruppo sanguigno (che vi sconsiglio vivamente di seguire, o quanto meno non in tutto, perché in realtà qualche consiglio utile lo dà), ma di cosa si tratta esattamente?

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Che cos’è davvero la dieta paleo?

È una dieta che attribuisce alla pratica dell’agricoltura, e ai conseguenti cambiamenti intervenuti nella nostra alimentazione, l’origine di tante malattie croniche.

Di conseguenza, propone di tornare alle abitudini alimentari degli uomini primitivi che, per procurarsi il cibo, potevano contare solo sulla caccia e la raccolta di ciò che la natura offriva spontaneamente, senza intervenire nel processo di produzione.

In altre parole:

  • si basa essenzialmente sul consumo di ciò che la terra o meglio la natura offre spontaneamente, ovvero carne, pesce, crostacei, molluschi, radici, frutta, verdura, frutta secca, semi oleosi e miele
  • esclude quindi il consumo di tutto ciò che è frutto del lavoro dell’uomo come cereali, legumi, latticini, cibi industriali e raffinati e zucchero, senza fare nessuna distinzione tra riso integrale e una merendina industriale, giusto per fare un esempio

 

Anche se questa proposta si trova chiaramente in contrasto con le mie scelte alimentari (la mia piramide si basa per il 90% sul consumo di cereali, verdure e legumi), credo che un atteggiamento corretto sia quello di prendere in esame i pro e contro e poi procedere con una valutazione.

 

I punti in comune con l’alimentazione naturale

Sicuramente un aspetto positivo, a mio avviso, è che invita a semplificare l’alimentazione, escludendo cibi industriali e processati, ma anche latte e derivati, oltre a zucchero e dolcificanti raffinati.

Il miele: dolcificante naturale ma non sempre innocuo 

Il fatto che proponga il miele come dolcificante ha sicuramente alcuni aspetti positivi:

  • è un prodotto naturale
  • è uno zucchero protetto, ovvero contiene le vitamine e i sali minerali che servono per metabolizzarlo e non obbliga il nostro organismo ad attingere alle sue riserve per poterlo trasformare in glucosio, l’unica forma di zucchero che il nostro corpo è in grado di utilizzare;
  • contiene meno zuccheri semplici di altri dolcificanti e quindi impatta meno sulla glicemia.

D’altro canto, però, ha anche degli aspetti negativi:

  • la forma di zucchero prevalente è il fruttosio, uno zucchero che deve essere metabolizzato dal fegato e, se consumato in eccesso rispetto al nostro fabbisogno, si trasforma in grasso, ponendo le basi per diversi problemi di salute, ad esempio la steatosi epatica;
  • ha un sapore molto dolce, soprattutto per quanto riguarda alcune varietà, e questo crea dei problemi a livello energetico: il sapore troppo dolce crea umido e questo disturba e indebolisce l’energia Terra, che a sua volta controlla l’energia Acqua, e quindi i reni che sono la sede della nostra forza vitale; inoltre il sapore troppo dolce favorisce anche il ristagno e rallenta il metabolismo, con tutte le conseguenze del caso: aumento di peso, predisposizione a problemi di accumulo, ecc.

 

I contro della dieta paleo secondo la visione macrobiotica

Vediamo ora invece i contro che potrebbe avere una dieta di questo tipo:

Eccesso di proteine animali e tossine

  • Promuove il consumo di elevate quantità di proteine animali, che causano la produzione di sostanze tossiche (purine, acido urico, ecc.) che il nostro corpo deve poi smaltire, affaticando i nostri “filtri”, soprattutto i reni

Acidità e perdita di sali minerali

  • Il cibo animale causa anche acidità, obbligando il corpo ad attivare un meccanismo di compensazione, ovvero obbligandolo a prelevare riserve alcaline (fondamentalmente sali minerali, in particolare calcio dalle ossa e dai denti) per tamponare questa acidità e riportare il nostro ph al suo livello ottimale che in una scala che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima alcalinità) si attesta su un valore di 7,3/7,4 (se vuoi approfondire, puoi leggere qui);

Rischio di esposizione a sostanze chimiche

  • Consumare tanto cibo animale significa anche assumere notevoli quantità di sostanze chimiche come pesticidi, fertilizzanti, antiparassitari, ecc. usati per la coltivazione dei prodotti destinati all’alimentazione degli animali (che spesso sono anche ogm), antibiotici somministrati agli animali per permettere loro di sopravvivere alle condizioni degli allevamenti intensivi e ormoni per garantire una crescita veloce degli animali e quindi migliorarne la resa; diverso sarebbe se il cibo animale consumato fosse frutto della caccia in ambiente naturali e incontaminati, dove gli animali vivono allo stato brado, anche se comunque la quantità resta sempre un fattore critico;

Esclusione dei carboidrati complessi e dei legumi

  • Escludendo dalla dieta i carboidrati (naturalmente mi riferisco ai carboidrati complessi come cereali integrali, pasta integrale, polenta, ecc.), viene meno un’importante fonte di glucosio, che è la nostra fonte principale di energia;
  • Esclude anche il consumo di legumi, anch’essi fonte di carboidrati e proteine, senza dimenticare che, in quanto semi, così come i cereali in chicco, sono anche portatori di un’energia vitale che nutre i nostri reni;

Conseguenze energetiche: accumuli e disturbi yang

  • Da un punto di vista energetico, questo eccesso di cibo animale si traduce in un eccesso yang che causa contrazione, tensione, eccesso di calore e soprattutto contribuisce alla creazione di accumuli che tendono a depositarsi nelle parti più profonde del nostro corpo dando origine, a lungo andare, alla formazione di aggregazioni solide (cisti, fibromi, condilomi) e preparando il terreno per disturbi come ipertensione, ipercolesterolemia, dolori articolari, mal di testa, insonnia, ecc., tutti fenomeni che tendono a manifestarsi con l’avanzare dell’età (il processo di invecchiamento è un processo yang);


Il confronto sbagliato con lo stile di vita dei nostri antenati

  • Infine, non dimentichiamo che i nostri antenati avevano uno stile di vita radicalmente diverso dal nostro: non avevano il riscaldamento, conducevano una vita molto più attiva, potevano mangiare cibo animale solo se la caccia andava bene, e quindi non così spesso, e non certo animali cresciuti in allevamenti intensivi, e in genere mangiavano molto meno di quanto facciamo noi oggi!

 

Conclusione: un’alimentazione più equilibrata e attuale

A prima vista, la dieta paleo può sembrare una proposta interessante: torna all’origine, taglia i cibi industriali e promuove la semplicità. Ma è proprio nel suo approccio estremo che si nasconde il problema. Escludere intere categorie di alimenti come i cereali integrali e i legumi, che rappresentano pilastri fondamentali della tradizione alimentare di tutti i popoli, significa privarsi di nutrienti essenziali e di un’energia più stabile e sostenibile per il corpo.

Inoltre, proporre un’alimentazione basata in larga parte su proteine animali oggi, in un mondo che ha radicalmente cambiato ritmi, bisogni e condizioni rispetto all’epoca preistorica, è non solo poco realistico, ma potenzialmente dannoso per la nostra salute e per l’ambiente.

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